Renzo Canestrari ricorda l'amico e collega Gian Franco Minguzzi
Per Gian Franco Minguzzi, Rassegna di Psicologia, 4, 1, 1987, pp. 3-4
Il Prof. Gianfranco Minguzzi nasce a Cotignola il 29.8.1927 e si laurea a Bologna in Medicina-Chirurgia nel 1951.
Subito dopo la laurea egli precisa i suoi interessi di studioso nell'ambito della Psicologia ed è tra i primi ricercatori a stringersi attorno al sottoscritto che negli anni 50 aveva dato inizio, come docente incaricato, a corsi di Psicologia sia nella Facoltà di Lettere e Filosofia sia nella Facoltà di Medicina.
Gianfranco Minguzzi è quindi dal 1954 al 1962 assistente volontario all'insegnamento di Psicologia della Facoltà Medica e rapidamente si distingue come ricercatore assiduo e penetrante affrontando temi quali la psicologia della preadolescenza, la valutazione strutturale delle funzioni intellettive ed il ruolo del significato nella percezione del movimento stroboscopico.
Al contempo egli si specializza in malattie nervose e mentali ed è assistente all'Ospedale «Roncati» ove compie esperienze cliniche di grande importanza conoscitiva sulla istituzione psichiatrica.
Nel 1964 interrompe l'esperienza ospedaliera in ambito psichiatrico diventando assistente universitario e quindi libero docente in Psicologia. Dal 1964 al 1975 è ininterrottamente Professore incaricato esterno di Psicologia della Facoltà di Lettere e Filosofia. In questi undici anni di lavoro Gianfranco Minguzzi si impegna in ricerche sulla psicologia della percezione. In questo campo egli apporta originali contributi sperimentali sul ruolo dello schema di riferimento nella organizzazione degli indizi pittorici della profondità e sulla struttura spazio-temporale della stimolazione prossimale e distale dei nessi causali ed espressivi della percezione di oggetti in movimento in un proficuo sodalizio intellettuale col Prof. Kanizsa dell'Università di Trieste.
Tale impostazione gestaltica egli utilizza raggiungendo risultati euristici sostanziali anche nello studio della struttura di gruppi sociali umani: sono infatti di questo periodo le monografie di psicologia sociale di Minguzzi dal titolo «Problemi di psicologia di gruppo» e «Dinamica psicologica dei gruppi sociali».
Tali studi hanno costituito e costituiscono ancora il punto di riferimento teorico di molte analisi empiriche di diversi tipi di istituzioni sociali.
Vincitore di concorso nel 1974 il Prof. Gianfranco Minguzzi diventa il primo ordinario di Psicologia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo bolognese ed in tale veste riunisce attorno a sé gruppi di giovani ricercatori che egli guida alla rigorosa verifica sperimentale ed alla costante consapevolezza epistemologica.
Sensibile alle sollecitazioni di una visione critica delle motivazioni al cambiamento sociale Gianfranco Minguzzi è stato, con Franco Basaglia, uno dei più significativi promotori del movimento per la riforma psichiatrica ed, eletto per alcuni anni segretario di Psichiatria Democratica, ha molto lavorato affinché la legge 180 diventasse una realtà operante.
Negli ultimi anni, dimessosi da segretario di Psichiatria Democratica, si è dedicato particolarmente all'insegnamento ed alla ricerca partecipando al Progetto Finalizzato C.N.R. Medicina Preventiva e Riabilitativa all'interno del quale ha indagato il problema dei trattamenti psicoterapeutici. su questo tema il suo ultimo volume dal titolo «Il Divano e la Panca: psicoterapia tra privato e pubblico», edito da Angeli nel 1986.
Nel contempo assieme ai suoi allievi ha continuato a sviluppare ricerche originali innovando l'eredità della Psicologia della Gestalt. Proprio su questo tema ha organizzato un importante congresso a Bologna nello scorso Febbraio.
Con la scomparsa di Gianfranco Minguzzi la psicologia italiana perde uno studioso la cui scelta di vita è testimonianza di un impegno assiduo e rigoroso sia sul terreno della ricerca scientifica che in quello sociale e politico.