Fotografia e disagio mentale oggi: un libro e un incontro con Gianni Berengo Gardin

 
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Un libro e un incontro con Gianni Berengo Gardin

per parlare di fotografia e disagio mentale oggi


Giovedì 26 febbraio 2009 alle ore 18

presso l’Aula Magna del Dipartimento delle Arti Visive dell’Università di Bologna - Ex Convento di Santa Cristina, Piazzetta G. Morandi 2 - Bologna

si svolgerà l’incontro con uno dei più autorevoli fotografi italiani: Gianni Berengo Gardin.


A trent’anni dall’approvazione della Legge 180 sulla chiusura dei manicomi e a quaranta da quelle indimenticabili fotografie, l’incontro con Berengo Gardin è l’occasione per presentare il volume “Nonostante la vostra cortese ospitalità …”, che indaga sul rapporto esistente oggi tra fotografia e disagio mentale.

Dopo l’introduzione di Silvana Contento, presidente dell’Istituzione Gian Franco Minguzzi, Claudio Marra, docente di Storia della Fotografia, ripercorrerà con il noto autore le storiche esperienze, negli anni sessanta e settanta del Novecento, di quei fotografi che entrano nei manicomi con un’attitudine militante per scattare immagini che vogliono essere la denuncia precisa di una condizione di estrema emarginazione e che diventano il manifesto di quanti vogliono che la sofferenza psichica non sia più vista come un episodio gestibile solo nelle istituzioni ma come una condizione che riguarda l’esperienza umana e che attraversa la vita sociale complessiva.

Il libro, voluto dal Minguzzi e realizzato dall’Editrice Quinlan, propone le immagini realizzate nel corso del 2008 da tre giovani autori, Simona Ghizzoni, Simone Martinetto e Gaetano Massa, all’interno delle strutture territoriali e attraverso uno stretto rapporto con gli utenti e gli operatori del Dipartimento di Salute mentale di Bologna.
Persi definitivamente gli edifici e le loro scenografie e cancellate anche la perentorietà, l’unicità, la sicurezza e l’istituzionalità degli ospedali psichiatrici, la sfida della fotografia è quella di rappresentare per immagini il disagio mentale che è tra noi. Quel disagio che, al di là degli stereotipi conosciuti e nonostante la grande rimozione operata, sicuramente non è scomparso ma che è oggi senza confini, esplora nuovi luoghi, nuove esperienze di vita e vuole conquistare lo spazio per la piena espressione dell’individuo.

Il lavoro è accompagnato dalla lettura critica di Marra e da una “Breve storia della fotografia manicomiale” di Federica Muzzarelli.
Le stesse immagini del testo sono state esposte nella mostra omonima svoltasi all’Accademia di Belle Arti nello scorso mese di gennaio e promossa da Istituzione Gian Franco Minguzzi, Provincia di Bologna, Azienda USL e Università.